<< Un’esperienza non è un’esperienza a meno che non coinvolga l’interazione tra il sé e un’altra persona, il mondo materiale, quello naturale, un’idea o qualsiasi cosa che possa costituire un "ambiente"... La riflessione è il concentrarsi sopra un’esperienza oppure è un flusso di coscienza? È sinonimo di pensare e ripensare ad un evento oppure ad una situazione o sensazione? L’avere un diario potrebbe essere considerata una riflessione? >>. Carol Rodgers (1)
La medicina narrativa non si riduce ad una semplice ricezione di una storia, richiede doti interpretative, empatiche, impegno, compassione, riflessione, per consentire al paziente di superare l’isolamento e la frustrazione in cui il sopraggiungere della malattia – la perdita del ben-essere – lo ha fatto precipitare.
L’errore che viene compiuto molto spesso nella pratica clinica è il fallimento empatico, (2) il non esserci, l’interrompere costantemente il paziente con domande giudicanti che rappresentano la ricerca di conferma delle diagnosi cliniche. Quello che non dobbiamo mai trascurare è il vissuto emotivo del paziente, le sue ansie e le sue prospettive.
Il medico ha difficoltà ad agire, teme che il paziente gli porti via molto tempo, teme di coinvolgersi troppo e che ciò non sia compito suo. Può quindi essere indotto a prescrivere esami e farmaci.
Tuttavia anche quando il dolore è “fisico” non bisogna esimersi dall’esercitare fin dall’inizio un’influenza psicoterapeutica. Ogni incontro con il medico ha il suo effetto sul paziente, il quale rileva nel medico questa sua “risonanza comunicativa”.
Anche il paziente osserva il medico, il suo modo di comunicare, il suo modo di credere nei farmaci, la sua fiducia nella “risoluzione” del problema.
Vi è quindi sempre un’analisi reciproca della situazione, una condivisione del momento storico dell’attualità, e vi sono delle aspettative da parte del paziente. (3)
Ma viene spontaneo chiederci che funzione abbia dunque la medicina narrativa nel contesto di una relazione terapeutica, e se effettivamente il paziente, raccontando di se stesso, possa modificare il suo comportamento, se sia in grado di interagire con gli altri in modo diverso, se riesca a vedere sé stesso in una luce diversa.
In ultima analisi, quali sono i benefici che la medicina narrativa apporta?
Quest’approccio nasce dal presupposto che nell’atto del costruire una storia, dovendo conferire ad essa un ordine, un’organizzazione coerente dei propri pensieri e delle proprie emozioni, sia offerta all’individuo che la crea l’opportunità di sperimentare un senso di maggiore controllo e di prevedibilità sulla propria vita. (4)
Molte esperienze condotte a livello internazionale dimostrano l’efficacia della medicina narrativa nella pratica clinica; in letteratura sono stati infatti riscontrati degli effetti positivi per quanto concerne:
• il miglioramento delle relazioni tra pazienti, famiglia, medici e personale sanitario
• una migliore gestione del processo assistenziale, dalla diagnosi alla codificazione del trattamento
• una riduzione della sofferenza ed un miglioramento della qualità della vita
• un migliore rapporto del paziente con l’ospedale
• una rivitalizzazione dell’alleanza terapeutica
• una migliore aderenza alla terapia (5)
E’ quindi auspicabile che la competenza narrativa sia introdotta nei percorsi di formazione accademica e professionale, al pari delle competenze tecniche e a integrazione degli strumenti della medicina basata sulle evidenze.
Bibliografia
1. Rodgers C. Defining reflection: Another Look at John Dewey and reflecting thinking. Teach Coll. Rec. 2006; 104: 842-866
2. Divinsky M. Stories for life. Introduction to narrative medicine. Can Fam Psysician. 2007; 53: 203-5.209-11
3. Pellegrino F. Comunicazione e competenza relazionale in medicina, Mediserve, Milano-Napoli 2011
Pennebaker JW et Seagal JD. Forming a Story: The health benefits of narrative. J of Clin Psychol 1999; 55: 1243-1254
4. Viverlatutta.it - L’esperienza della malattia e il valore terapeutico nella narrazione
Medicioggi.it - Medicina narrativa nel percorso di cura III
Simona Novi - psicologa, psicoterapeuta
Ferdinando Pellegrino - psichiatra, psicoterapeuta