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GESTIONE DELLO STRESS AI TEMPI DELLA PANDEMIA

Com’è stressante lo stress?
Quando è iniziata l’emergenza Coronavirus molti di noi hanno sperimentato una serie di reazioni - disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, stati depressivi, attacchi di panico, alterazioni del ritmo sonno-veglia e nell’alimentazione - risposte comprensibili dato che abbiamo dovuto affrontare un forte stress dovuto alla paura provocata dalla possibilità di un contagio e alla necessità di combattere un nemico non prevedibile, invisibile.

stress da coronavirus
Ai primordi della nostra specie, nell’ambiente pieno di pericoli in cui vivevamo, la sopravvivenza era assicurata dalla possibilità di mantenere la vicinanza con gli altri. La loro assenza esponeva al rischio di essere attaccati dai predatori, rendendo difficile, se non impossibile, affrontare le avversità ambientali.
Difatti, l’isolamento cautelativo ci ha fatto capire sulla nostra pelle quanto preziosi e irrinunciabili siano gli altri; l’incontro con l’altro produce un forte senso di benessere, che si traduce in un innalzamento del livello degli oppioidi endogeni. Gli altri fungono da stimoli per la produzione di queste sostanze all’interno del nostro organismo, per il solo fatto di esserci; anche se non li conosciamo, ci mettono in uno stato di attivazione «arousal».
Di contro, quando si sta da soli, si assiste, a livello neuronale, ad un abbassamento del livello di queste sostanze. Il risultato che otteniamo è che quanto più siamo costretti a non vedere gli altri, tanto più li desideriamo e tanto più proviamo frustrazione, agitazione, depressione se non possiamo entrare in contatto con loro.
Lo stress è come un farmaco: alle giuste dosi fa bene, in quantità eccessiva diventa tossico.
Stressato è sinonimo di reattivo: ogni volta che percepiamo un pericolo, incontriamo una difficoltà, affrontiamo una sfida importante o siamo impegnati in un compito complesso, si attivano meccanismi ormonali (ipotalamo-ipofisi-surrene) e nervosi (sistema simpatico) che regolano fisiologia e comportamento per aiutarci a risolvere al meglio il problema.
Il meccanismo è progettato per accendersi e spegnersi, come un interruttore, e alla reazione di stress dovrebbe poi seguire il suo opposto, cioè la risposta di rilassamento, che rigenera le energie consumate sotto stress, quindi, una volta completato il compito e raggiunto il nuovo equilibrio, il sistema dovrebbe ritornare in condizioni di riposo, pronto a scattare di nuovo. Ma l’ambiente complesso in cui viviamo e la situazione che stiamo vivendo ci inducono a essere incapaci di spegnere l’interruttore con delle conseguenze dannose per noi stessi e per chi ci circonda…

Consigli di gestione dello stress:
Teniamo a freno la nostra tendenza al perfezionismo: proviamo a cimentarci in qualcosa che richieda spontaneità, creatività e che faccia leva più sull’istinto che sulla riflessione!
Alleniamoci ad essere flessibili: accettare modi di pensare e agire diversi dai nostri. Usiamo questo difficile momento che stiamo vivendo come uno stimolo per scoprire parti inedite di noi …
Potenziamo la nostra autostima non cadendo vittime dell’impotenza appresa: la situazione pandemica che stiamo vivendo ci sta facendo sperimentare un forte senso di impotenza, ma attenzione a non generalizzare questa sensazione a tutti gli ambiti della nostra vita (pervasività), a non pensare che durerà per sempre (persistenza) o che sia colpa nostra (personalizzazione)
Prestiamo attenzione a non cadere vittime dell’infodemia, le notizie false possono aumentare notevolmente i nostri livelli di stress
Impariamo a godere del momento presente, il passato è passato, il futuro ancora non esiste … risulta del tutto inutile anticipare eventi minacciosi e problematici pensando di poterli controllare prima che accadano. Per poter gestire i brutti pensieri che ci assalgono, proviamo a riservare loro uno spazio e un tempo limitato nel nostro cervello, in modo da riservare ad altro il resto delle nostre giornate
Usiamo la scrittura per incanalare le nostre emozioni a forte valenza negativa che non riusciamo a contenere (rabbia, ansia, paura), questo potrebbe essere un buon metodo per indirizzare parole mai dette a persone a cui avremmo sempre voluto dirle, a ciò affianchiamo una costante attività sportiva che ci aiuta a produrre endorfine, sostanze capaci di aumentare i nostri livelli umorali
Contrastiamo il nostro altruismo patologico: ossia quella tendenza ad assecondare sempre il piacere degli altri a discapito del nostro, dedichiamo invece uno spazio della nostra giornata alle cose che ci piacciono e che ci fanno stare bene!