A chi non è mai capitato, di sviluppare nel corso della giornata un dolore costrittivo nella zona del capo e del collo?
Potrebbe trattarsi di cefalea muscolo tensiva.
Diversi studi presenti in letteratura, hanno infatti dimostrato che questa forma di cefalea rappresenti la tipologia più comune di questo disturbo. Le manifestazioni cliniche variano da forme periodiche, (da pochi minuti a diversi giorni) e forme croniche (da 15 giorni a diversi mesi).
L’indagine dei fattori responsabili dell’esordio clinico, propende per un’eccessiva contrazione concentrata nei gruppi muscolari del capo e del collo, responsabili del dolore avvertito.
La valutazione clinica e il trattamento di tale disturbo prevede la presenza di un team di esperti che effettuino un’analisi dettagliata a più livelli : neurologo, psichiatra, psicologo-psicoterapeuta.
La prima fase è di esclusiva pertinenza neurologica. Lo specialista si dedica ad una dettagliata valutazione della sintomatologia cefalalgica, stimolando il paziente ad una attenta osservazione e registrazione giornaliera di una serie di parametri da annotare nel diario delle cefalee. In esso sono presenti aspetti legati alla sede prevalente di localizzazione del dolore, alla frequenza, all’intensità del dolore, alla durata del singolo episodio, alla presenza o meno di sintomi associati, ecc. La prima fase richiede, inoltre, la registrazione, di parametri medici (elettroencefalografici elettromiografici).
Nel corso della seconda fase, una volta esclusa la componente organica, si procede all’analisi dei fattori emozionali, in grado di incidere sull’insorgenza, sul decorso ed eventualmente sulla risposta alla terapia. Sarà opportuno pertanto valutare la qualità dello stile di vita del soggetto, l’eventuale presenza di eventi vissuti dal soggetto come stressanti, capaci di incidere sul disturbo stesso, anche ad un livello inconsapevole, e indagare su eventuali cambiamenti nella vita del soggetto (matrimoni, convivenze, perdita o cambiamento di lavoro) che potrebbero incidere sulla manifestazione della sintomatologia. Questa fase prevede un inquadramento psicosomatico del disturbo ed è condotta in prevalenza dallo specialista psichiatra.
Nel corso della terza fase, una volta individuata la natura somatica del disturbo, il paziente verrà seguito da una psicologa-psicoterapeuta, che si occuperà di valutare, attraverso degli strumenti rigorosi, come test di personalità, scale di valutazione dell’ansia e della depressione, quali sono le caratteristiche di personalità del soggetto e l' eventuale presenza di disturbi ansiosi o depressivi, correlati o all’origine della cefalea muscolo tensiva. È di frequente riscontro, nella pratica clinica, la correlazione tra cefalea muscolo tensiva e la presenza di personalità rigide poco plastiche, che poste in condizioni in cui non sono in grado di esercitare il completo controllo della situazione, sviluppano forme di cefalea o altri disturbi derivati da una somatizzazione. Spesso questa correlazione non è presente ad un livello cosciente, per cui il soggetto dovrà essere guidato alla presa di coscienza della connessione tra il suo stress e la sua depressione, o la sua ansia, presenti in forma mascherata o somatizzata, e la sua cefalea. Lo specialista, psicologo- psicoterapeuta potrà proseguire ad una eventuale presa in carico del soggetto, attraverso un percorso di psicoterapia, laddove, sostenibile e adeguato oppure sottoporrà il soggetto ad un training di rilassamento. Tale metodologia, così come la psicoterapia, sono da considerarsi, in aggiunta o in sostituzione alla terapia farmacologica, a seconda delle caratteristiche del caso clinico.
Più raro, ma di possibile riscontro nella pratica clinica, la presenza di disturbi di tipo fobico- ossessivo o anche psicotico, in associazione alla cefalea muscolo tensiva. In casi come questi l’inquadramento sarà di pertinenza psichiatrica.
MEDICINA & PROFESSIONISTI DELLA SALUTE
Simona Novi - psicologa, psicoterapeuta
Agostino Galdi - neurologo, psichiatra